Titolo = L”invitato
Autore = Massimiliano Alberti
Pagine = 218
VOTO:

TRAMA:
Tre amici, quelli di sempre. Leo, Kevin e Tom. Dopo anni di scorribande nella sonnolenta Trieste, la loro città, si separano per poi ritrovarsi a Vienna. Qui è Tom a convocare Leo – vero protagonista del libro – e Kevin, per coinvolgerli nel progetto di una galleria dedicata alla Pop Art. Ma, in un susseguirsi di colpi di scena e di innamoramenti, tra alcol, eccessi e grame figure, sempre sul filo dell’autoironia, devono via via fare i conti con le loro differenze caratteriali e con una stridente diversità di aspettative. Un disilluso affresco della nostra società in una Vienna che fa da cornice classica a uno stile… del tutto Pop.
RECENSIONE:
Questo libro è stato molto particolare per me. Innanzitutto, come dicevo su Instagram, ho impiegato un po’ di tempo a leggerlo perché ho capito che quando mi è stato inviato non era il momento più adatto (stavo facendo degli esami ed ero piena di cose da fare). Non mi ci sarei potuta dedicare appieno, o per lo meno non esattamente come avrei voluto. Perchè leggendo qualche capitolo avevo già capito che un libro del genere era nelle mie corde, solo che necessitavo del momento giusto per poterlo apprezzare come meritava.
Quindi è passato un po’ di tempo, ma sono riuscita a leggerlo e, quando l’ho ricominciato, l’ho finito in 3 giorni, proprio come mi aspettato.
E’ un libro, come dicevo, molto particolare. Parla della storia di tre amici, che si conoscono da quando sono piccoli, che hanno condiviso gioie e dolori della giovinezza dell’epoca, che per un certo periodo si perdono di vista ma poi si ritrovano. Questo grazie al più intraprendente dei tre, Tommaso detto Tom, che si trasferisce a Vienna, dove inizia a curare una compagnia che si occupa di pop art. Egli quindi invita i suoi due amici di una vita: Leo, il protagonista, e Kevin.
L’obiettivo della rimpatriata era, per Tom, quello di farsi aiutare nella svolgimento della sua attività. In particolare, Leo avrebbe dovuto scrivere delle recensioni di opere d’arte per favorire il lavoro della compagnia e la vendita dei quadri.
Il libro si concentra innanzitutto sulla personalità particolare di Leo, che è un soggetto insolito, il cui carattere mischia, non si sa come, sia un po’ di menefreghismo per la vita sia, allo stesso tempo, una grandissima passione per le cose (forse poche) che gli interessano. Quindi un soggetto un po’ ambivalente, che non si lascia conoscere subito nelle prime pagine, ma che viene anzi compreso, forse nemmeno del tutto, solo quando si è quasi alla fine del libro.
Questo modo di presentare i personaggi mi è piaciuto molto, perchè l’autore lo ha fatto senza peli sulla lingua, facendo apprezzare il protagonista, nonostante lo abbia descritto, ammettiamolo, come uno che non ne combina mai una giusta e che sembra destinato a non concludere nulla nella sua patetica vita. E’ un soggetto che, qualsiasi cosa cerchi di fare, anche mettendoci impegno e studiando il da farsi, non conclude nulla. Questo comportando la solita reazione a catena -> ne parlano i giornali, gli amici lo sgridano, viene minacciato di essere rispedito a casa. In un susseguirsi di avvenimenti un po’ bizzarri, un po’ divertenti, ma che fanno apprezzare il personaggio, alla fine.
A mio parere, quindi, il personaggio sembra studiato per essere non dico compatito, ma tale da sembrare a primo impatto una persona non delle migliori, un po’ egoista, un po’ disinteressata a ciò che non la tocca. Un soggetto che però poi evolve, e leggermente cambia, si apre ai sentimenti e a tutto ciò che è al di fuori della sua cerchia di interessi.
L’esempio era quello di un bambino con problemi fisici, di cui si occupava una donna della loro compagnia di amici. Leo viene invitato a interessarsi di questo bambino ma lui, più concentrato su feste, balli e banchetti, se ne dimentica e non ci pensa, risultando un soggetto moralmente da evitare. Ma poi cambia, anche se non in tempo. Inizia a capire che persona vuole e deve essere. Ma sempre, forse, troppo tardi.
E poi succede. Succede quella cosa che più fa cambiare le persone, che rende i soggetti più meschini dei perfetti gentiluomini: si innamora. E anche qui le peripezie che farà, gli insuccessi che lo faranno deridere e il rifiuto della donna amata non faranno mai placare l’istinto autocritico del protagonista, che permane per tutto il libro, ed è uno degli aspetti che più mi ha catturata.
E’ stato un romanzo molto intenso, diverso dalla maggior parte che io abbia mai letto finora. Una delle cose più particoari in assoluto è stato lo stile di scrittura dell’autore: utilizza un linguaggio che a prima vista appare (anche se leggermente) ampolloso, ricercato. Questo modo di scrivere ha sempre avuto conseguenze altamente soporifere nei miei confronti (dico davvero, ho mollato molti libri perchè non riuscivo a stare dietro alla storia per colpa dello scrittore, che si impegnava così tanto a cercare belle parole da risultare esagerato). Ma questo libro ha avuto effetto contrario. Ogni parola, ogni frase, mi incollava sempre di più alle pagine! L’autore non è sembrato per nulla “macchinoso” nella narrazione, anzi! Soprattutto grazie anche all’autocritica del soggetto protagonista, questo modo di scrivere mi ha catturata sempre di più!
Un libro che consiglio assolutamente a tutti!